Fermare la privatizzazione dei beni comuni è possibile. Da Carpi un esempio di lotta vincente

2 Ottobre 2017 by

Aimag è una società che gestisce il servizio idrico, l’energia elettrica e il ciclo dei rifiuti per 21 Comuni a cavallo fra la provincia di Modena e la provincia di Mantova, ed è entrata nelle mire di Hera, la grande multiutility del nord che monopolizza il “mercato” dei servizi pubblici locali. Ma Hera non aveva fatto i conti con i carpigiani, comunità che da tempo è abituata a difendere i beni comuni.

Fondere Aimag con Hera significava dire addio alla società dei Comuni e rinunciare per sempre al ruolo pubblico nella gestione dei servizi pubblici locali. Contro questa ipotesi, sostenuta da un pezzo significativo del Pd modenese, il locale Comitato per l’acqua pubblica si è attivato e ha restituito la parola ai cittadini facendo uscire dalle aule istituzionali e dalle stanze dei partiti una questione che riguarda tutti, cittadini e imprese.

Domenica 10 settembre, dopo una campagna elettorale brevissima,  ai carpigiani è stato sottoposto il seguente quesito: “Volete voi che il Comune di Carpi non venda le azioni Aimag e che esprima il voto contrario, nell’assemblea dei soci, ad operazioni di incorporazione o fusione societaria?. Il risultato è stato schiacciante: il 97% dei carpigiani che si sono recati alle urne ha risposto di sì, e ha chiaramente detto che la società dei Comuni non può essere ceduta ad Hera e che i servizi, a partire dall’acqua, devono rimanere pubblici e non possono essere oggetto di lucro. Un risultato netto, nonostante la partecipazione si sia fermata al 23%, e che ha avuto pesanti e positive conseguenze politiche.

Dopo il referendum, infatti, Il patto di sindacato che unisce i sindaci soci di Aimag si è riunito e ha deciso che è meglio lasciare perdere la fusione con Hera e lavorare al rafforzamento pubblico di Aimag. Un risultato importante, frutto dell’ostinazione del locale Comitato per l’acqua pubblica e del fronte trasversale di partiti che lo ha sostenuto isolando il Pd, che ha tentato in ogni modo di boicottare il voto.

Rifondazione Comunista si è schierata con il Sì coerentemente con quanto fatto negli ultimi 10 anni. Anni durante i quali ci siamo opposti nel 2007 alla vendita ad Hera di una prima tranche del 25% di azioni Aimag, e abbiamo sostenuto il referendum comunale del 2008 che, oggi come allora, continua a rivendicare una gestione pubblica dei beni comuni fatta nell’interesse dei cittadini e non di azionisti privati. Anni durante i quali non abbiamo mai smesso di rivendicare l’applicazione della straordinaria vittoria referendaria del 2011, quando 26 milioni di italiani hanno votato perché nella gestione dei beni comuni, a partire dall’acqua, non ci fosse spazio per la speculazione.

Durante la campagna referendaria in molti si sono sperticati a criticare lo strumento del referendum, eppure il referendum che per molti non contrava nulla ha raggiunto l’obiettivo di evitare la privatizzazione di Aimag. Evidentemente non è lo strumento referendario ad essere sbagliato, è la politica che non ascolta i cittadini ad essere sbagliata. Perché il Comune di Carpi, anziché pensare alla privatizzazione di Aimag, avrebbe dovuto fare solo una cosa, e da tempo: condurre Aimag verso una gestione interamente pubblica, come chiesto con la vittoria del referendum sull’acqua pubblica del 2011 e mai applicato.

Stefano Lugli
Segretario regionale PRC Emilia Romagna

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