E voi non dite niente su Bibbiano? Ecco cosa dice Rifondazione Comunista

19 Luglio 2019 by

Ciò che sta emergendo dall’inchiesta sugli affidamenti illeciti di minori dei servizi sociali della Val d’Enza è drammatico e sconvolgente. Auspichiamo che il lavoro degli inquirenti si possa concludere il più rapidamente possibile a tutela delle famiglie vittime a cui va la nostra solidarietà e a tutela di tutti gli operatori sociali che con serietà e abnegazione operano in un campo delicatissimo.

Al tempo stesso sta emergendo platealmente che questa vicenda viene utilizzata strumentalmente e senza alcun ritegno dal M5S e dalle destre per attaccare chiunque sia percepito come un “nemico”, dai partiti della sinistra al Pd, dalle famiglie arcobaleno alla gestione pubblica dei servizi sociali.

Noi riteniamo che la famiglia non sia di per sé “buona”, né che il “pubblico” sia di per sé esente da errori, né che il “privato” vada santificato in quanto sicuramente esente da sfruttamento e prevaricazione. Pensiamo, invece, che solo uno Stato sano, forte, equanime, sia garanzia per assicurare a tutte e tutti i diritti naturali, cioè tali solo per il fatto di essere nate e nati.

Sugli affidamenti illeciti di minori dei servizi sociali della Val d’Enza vanno accertati fatti e responsabilità soggettive degli amministratori, dei dirigenti e degli operatori, m non si può nemmeno leggere la realtà a prescindere da una cornice di riferimento che, per noi, è la seguente:

  • Nessun evento criminoso può portare a discriminare persone in quanto appartenenti ad una categoria; vediamo questo rischio, molto tangibile, nelle interpellanze presentate da esponenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia con le quali si chiede di conoscere il numero di minori affidati a single e coppie omosessuali. Se si sono verificati affidamenti illegittimi lo sono indipendentemente dalle caratteristiche degli affidatari. Diverso è se gli affidatari risultassero inadatti all’istituto dell’affido, caratteristica, ripetiamo, non correlabile con lo status di single o con l’orientamento sessuale.
  • Il profitto non può essere un elemento presente nell’ambito dei servizi, siano essi educativi, sanitari, culturali o sociali, perché il rischio che il lucro comprometta la funzione pubblica che gli stessi servizi sono chiamati a svolgere è altissimo e proprio per questo ci battiamo da anni perché i servizi privatizzati tornino nella piena titolarità dei comuni. Diminuirebbero i costi, la precarietà dei lavoratori sociali, e aumenterebbe la qualità dei servizi.

Quindi questa vicenda sia l’occasione per ripensare l’intero assetto della pubblica amministrazione, riportandola a come era stata pensata, investendo di più sui meccanismi di controllo di efficienza, efficacia, economicità e qualità già previsti, pensati e sviluppati ma mai applicati fino in fondo. Se ciò non si farà questa vicenda diventerà – e in gran parte lo è già diventato – lo strumento per una volgare campagna elettorale giocata su ciò che rimane del nostro stato sociale.

La segreteria provinciale

Comunicato Stampa

19/07/2019

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