Rider investito a Modena il giorno di Natale. PRC vuole diritti e tutele per i ciclofattorini

26 Dicembre 2020 by

A Modena il 25 dicembre un rider di 56 anni è stato investito mentre consegnava il pranzo di Natale e ora si trova in ospedale in serie condizioni di salute. A lui e alla sua famiglia vanno gli auguri di pronta guarigione e la vicinanza di Rifondazione Comunista.

Quanto accaduto deve farci aprire gli occhi, perché si tratta dell’ennesimo infortunio sul lavoro avvenuto in un campo, quello delle consegne a domicilio, in cui precariato, bassi salari e assenza di tutele sono la norma.

Eppure stiamo parlando di un settore, quello della gig economy – o dei cosiddetti lavoretti che sempre più sono veri e propri lavori autonomi – che durante la pandemia ha moltiplicato i propri guadagni sulla pelle di migliaia di lavoratori e lavoratrici, giovani e meno giovani, che per portare a casa uno stipendio devono sfidare un algoritmo e correre per le strade delle città il più velocemente possibile per farsi assegnare più consegne, in una sorta di moderno caporalato digitale. Si tratta di una dinamica folle che porta insicurezza e incidenti e che va interrotta, riconoscendo a questi lavoratori diritti e tutele.

Nella regione del patto per il lavoro non possono esserci schiavi del terzo millennio come i rider, e mentre il governo discute e litiga su come usare i soldi del recovery fund per far ripartire l’economia, Rifondazione Comunista ricorda a Bonaccini e Conte che prima di tutto viene la sicurezza sul lavoro, e quelle risorse non possono essere destinate a chi usa le nuove tecnologie per riprodurre le più antiche forme di sfruttamento.

PRC Federazione di Modena

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