Servono subito provvedimenti di sostegno al territorio. Modificare il modello di sviluppo e di ricostruzione.

21 Gennaio 2014 by

L’alluvione che ha colpito il modenese è un disastro che arriva in un momento difficilissimo per un territorio già alle prese con le difficoltà di una ricostruzione post sisma che procede troppo lentamente.

Questo disastro non può essere derubricato dando le colpe alle nutrie. Prendersela con i roditori può essere consolante ma se si vuole guardare in faccia la realtà bisogna avere l’onestà di dire che le situazioni di emergenza idraulica in cui sempre più frequentemente ci troviamo hanno responsabilità precise: cementificazione e impermeabilizzazione del suolo, incuria degli argini e delle golene, carente manutenzione dei fiumi. Si tratta di responsabilità politiche, in capo a chi si ostina a credere in un modello di sviluppo insostenibile, e di responsabilità umane in capo a chi governa inadeguatamente gli enti preposti al controllo degli argini.

È un disastro deve fare definitivamente chiarezza sulle priorità di questo territorio, che non sono inutili e dispendiose grandi opere come l’autostrada cispadana o la bretella Campogalliano-Sassuolo ma la messa in sicurezza del territorio e la riqualificazione urbana e del patrimonio pubblico: centinaia di piccole ma utili opere capaci di creare migliaia di posti di lavoro.

L’alluvione non deve togliere l’attenzione da alcuni gravi e imminenti problemi che riguardano migliaia di terremotati alle prese con la ricostruzione:

il 31 gennaio scadono i termini per la prenotazione telematica del contributo alla ricostruzione: migliaia di famiglie ancora non lo hanno ancora fatto e migliaia oggi sono impossibilitate a farlo;;

a gennaio è ripartito il pagamento dei mutui sugli immobili inagibili a causa del sisma.

In questo contesto di emergenza servono subito alcuni provvedimenti urgenti e indispensabili:

sospensione di ogni scadenza collegata alla ricostruzione post sisma;

un provvedimento legislativo per il blocco volontario e senza interessi dei mutui sugli immobili inagibili a causa del sisma e dell’alluvione fino al ripristino dell’agibilità stessa;

sospensione di ogni scadenza fiscale;

attivazione immediata degli ammortizzatori sociali per tutelare chi oggi non può recarsi al lavoro.

 

Superata l’emergenza è necessario ripensare completamente tempi e modalità della ricostruzione e le priorità politiche di intervento sul territorio, a partire dalla presa di coscienza che questo modello di sviluppo non è più sostenibile.

La solidarietà di Rifondazione Comunista va alla famiglia del volontario disperso e alle popolazioni colpite dall’alluvione.

Ma la solidarietà serve a poco se non è accompagnata da un immediato cambiamento delle politiche di gestione del territorio.

Judith Pinnock – Segretaria PRC Federazione di Modena

Stefano Lugli – Responsabile area sisma PRC Federazione di Modena

 

21 gennaio 2014

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