Aimag ceduta a Hera, la resa del pubblico alla privatizzazione dei servizi
Lunedì 14 luglio 2025 è stato deliberato il primo passaggio in Consiglio comunale a Mirandola del cosiddetto progetto di “rafforzamento della partnership industriale fra AIMAG SpA ed HERA SpA”, che in realtà è l’acquisizione del controllo esclusivo da parte di HERA di AIMAG con conseguente perdita del controllo da parte dei 21 Comuni soci: di fatto una privatizzazione.
La maggioranza di destra a Mirandola ha votato compattamente e convintamene a favore di un’operazione non necessaria e incomprensibile, che priva il Comune di Mirandola (uno dei principali fondatori di AIMAG) di un patrimonio collettivo importantissimo che gestisce beni comuni e servizi essenziali per la cittadinanza: acqua, rifiuti, energia. Lo stesso copione si ripeterà probabilmente, e purtroppo, negli altri Comuni soci che nelle prossime settimane dovranno sottoporre al voto questo sciagurato progetto.
Ma come è stato possibile che un’azienda in salute, con un solido controllo pubblico, capace di fornire servizi di qualità con tariffe contenute che agiva in un’ottica di tutela dei cittadini e dell’ambiente stia per essere ceduta a HERA, azienda quotata in borsa che al contrario opera esclusivamente secondo logiche di profitto?
Il modello della grande multiutility privatizzata che il PD regionale cerca da anni di realizzare è stato reso possibile grazie ai Sindaci e alle Sindache di destra che in campagna elettorale dicevano di voler mantenere AIMAG pubblica e difenderla dalla privatizzazione (stessa cosa sostenevano i Sindaci del centrosinistra…) e che invece neanche 6 mesi dopo l’elezione si sono accordati con i vertici del PD per cedere il controllo di AIMAG a HERA; raramente nella bassa modenese si è assistito a un simile trasformismo.
In questo quadro desolante va segnalata la lotta per impedire la cessione di AIMAG condotta da comitati di cittadine e cittadini come “Aimag per il territorio” e “Carpi per la giustizia climatica e sociale”. Anche alcuni consiglieri del PD hanno votato NO al progetto e a Concordia il capogruppo Paolo Negro si è dimesso, evidenziando la fragilità di un partito subalterno ai centri di potere.
Rifondazione comunista continuerà nel sostegno di un impegno prezioso che ha evidenziato le enormi criticità nella conduzione di tutta l’operazione (di fatto la cessione di un bene pubblico e la sua modifica profonda senza gara). La lotta non deve fermarsi e il danno fatto va riparato, magari sfruttando la scadenza delle concessioni del servizio idrico che potrebbe consentire di ripubblicizzare i beni comuni partendo dall’acqua (nel rispetto dell’esito tradito del referendum del 2011).
Eliana Ferrari e Stefano Grondona
Co-segreteria Partito della Rifondazione Comunista Emilia-Romagna
Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Modena