Fratelli d’Italia e la realtà parallela: mentre il governo meloni celebra i “successi”, l’Eurostat certifica l’aumento della povertà tra i lavoratori
Come Federazione modenese di Rifondazione Comunista, non possiamo che esprimere indignazione e preoccupazione per le recenti dichiarazioni trionfalistiche degli esponenti locali di Fratelli d’Italia, che parlano di “risultati straordinari” ottenuti dal governo Meloni sul fronte economico e occupazionale.
Siamo curiosi di sapere su quali statistiche Negrini & co. basino le proprie analisi politiche della realtà italiana, visto che le tabelle Eurostat pubblicate negli ultimi giorni – e relative ai dati 2024 – dipingono una situazione diametralmente opposta: cresce il numero dei lavoratori poveri, anche tra chi è assunto a tempo pieno. L’Italia registra una delle peggiori performance in Europa: secondo Eurostat, il 9% dei lavoratori full-time è in condizione di povertà, contro una media UE inferiore e valori molto più bassi in Paesi come Germania e Francia.
Non basta avere un lavoro per vivere dignitosamente, se quel lavoro è precario, sottopagato e privo di tutele. E nella provincia di Modena, storicamente terra di lavoro e diritti, questa realtà è sempre più evidente: giovani, donne, partite IVA e lavoratori dei servizi sono i più colpiti da questa spirale di sfruttamento.
Fratelli d’Italia, invece di fare propaganda, dovrebbe spiegare perché continua a ostacolare l’introduzione di un salario minimo legale, a smantellare il welfare e a ignorare il bisogno di un piano straordinario per il lavoro stabile e pubblico.
È anche per questi motivi che Rifondazione Comunista sostiene attivamente i referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno prossimo, per ripristinare l’articolo 18, limitare l’estensione della precarietà, rafforzare la sicurezza negli appalti e riconoscere il valore sociale dei nuovi cittadini. In queste settimane che ci separano dal voto, vogliamo intrecciare la battaglia referendaria con le lotte territoriali e nazionali, per far sì che il lavoro non sia considerato solo una merce e restituire diritti e dignità a lavoratori e migranti.
Rifondazione propone una strada alternativa: investimenti pubblici, redistribuzione della ricchezza, salario minimo, diritto alla casa e riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Solo così possiamo contrastare davvero la povertà e restituire dignità al lavoro.
Come Federazione modenese di Rifondazione Comunista, non possiamo che esprimere indignazione e preoccupazione per le recenti dichiarazioni trionfalistiche degli esponenti locali di Fratelli d’Italia, che parlano di “risultati straordinari” ottenuti dal governo Meloni sul fronte economico e occupazionale.
Siamo curiosi di sapere su quali statistiche Negrini & co. basino le proprie analisi politiche della realtà italiana, visto che le tabelle Eurostat pubblicate negli ultimi giorni – e relative ai dati 2024 – dipingono una situazione diametralmente opposta: cresce il numero dei lavoratori poveri, anche tra chi è assunto a tempo pieno. L’Italia registra una delle peggiori performance in Europa: secondo Eurostat, il 9% dei lavoratori full-time è in condizione di povertà, contro una media UE inferiore e valori molto più bassi in Paesi come Germania e Francia.
Non basta avere un lavoro per vivere dignitosamente, se quel lavoro è precario, sottopagato e privo di tutele. E nella provincia di Modena, storicamente terra di lavoro e diritti, questa realtà è sempre più evidente: giovani, donne, partite IVA e lavoratori dei servizi sono i più colpiti da questa spirale di sfruttamento.
Fratelli d’Italia, invece di fare propaganda, dovrebbe spiegare perché continua a ostacolare l’introduzione di un salario minimo legale, a smantellare il welfare e a ignorare il bisogno di un piano straordinario per il lavoro stabile e pubblico.
È anche per questi motivi che Rifondazione Comunista sostiene attivamente i referendum su lavoro e cittadinanza dell’8 e 9 giugno prossimo, per ripristinare l’articolo 18, limitare l’estensione della precarietà, rafforzare la sicurezza negli appalti e riconoscere il valore sociale dei nuovi cittadini. In queste settimane che ci separano dal voto, vogliamo intrecciare la battaglia referendaria con le lotte territoriali e nazionali, per far sì che il lavoro non sia considerato solo una merce e restituire diritti e dignità a lavoratori e migranti.
Rifondazione Comunista propone una strada alternativa: investimenti pubblici, redistribuzione della ricchezza, salario minimo, diritto alla casa e riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Solo così possiamo contrastare davvero la povertà e restituire dignità al lavoro.
Rifondazione Comunista – Federazione di Modena