Spiagge vuote? A fine stipendio avanza troppo mese

13 Agosto 2025 by

“A fine stipendio avanza troppo mese” era lo slogan di un vecchio manifesto con cui Rifondazione Comunista, ormai più di 20 anni fa, affrontava il tema della questione salariale, ma che nell’estate della crisi degli stabilimenti balneari è più che mai attuale.

Del resto, i rincari sui prodotti alimentari, dettagliati anche dalla Gazzetta di Modena, spiegano molto bene la crisi delle spiagge semivuote. Perché se il carrello della spesa, l’affitto e le utenze assorbono tutto lo stipendio, e si fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, una settimana in riviera diventa un sogno irrealizzabile.

È una realtà che ogni famiglia vive nel proprio portafoglio quotidianamente, e che dista anni luce dal Paese delle meraviglie dipinto dal governo Meloni. Un governo che fa finta di non vedere che gli stipendi in Italia sono tra i più bassi d’Europa e che, in termini reali, sono addirittura diminuiti rispetto al 1990. Un governo che si rifiuta di introdurre il salario minimo, misura fondamentale per garantire condizioni di lavoro dignitose e libere da ricatti, e che continua a ignorare la precarietà del lavoro che, ormai, è diventata la norma nel nostro Paese.

Precarietà e lavoro povero riguardano anche il settore del turismo. Lo ha denunciato in un video diventato virale un giovane animatore che ha rifiutato condizioni di lavoro inaccettabili in un hotel di Rimini. La sua testimonianza squarcia il velo di ipocrisia che avvolge il settore turistico, che dietro a spiagge privatizzate e hotel di lusso nasconde spesso situazioni di sfruttamento e illegalità che le istituzioni tollerano.

Rimettere al centro la questione salariale è per noi una priorità, indispensabile per costruire un’Italia più giusta dove lavoratrici e lavoratori possano avere una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa, come previsto dalla nostra Costituzione.

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