No a Curcio a Modena. Vince la censura

13 Ottobre 2015 by

PRC, CURCIO NON SARÁ AL MAT DI MODENA: HA VINTO LA CENSURA
E alla fine l’annunciato no è arrivato e a Renato Curcio sarà impedito di presentare la sua ricerca sui controlli sociali nelle comunità all’interno di MAT, la settimana sulla salute mentale.

Sarebbe stata un’occasione per ascoltare un punto di vista non convenzionale di un intellettuale scomodo, e non per il suo passato politico, ma per la sua capacità di analizzare le zone d’ombra delle relazioni sociali, frutto di anni di studio e ricerca? Un’occasione che avremmo potuto liberamente non cogliere per disinteresse, distanza, diversa sensibilità?

Non lo sapremo mai, perché non ci è stato permesso. L’innovativa e apertissima Modena, con la sua marcia in più e le sue eccellenze, ha trovato necessario dedicare amplissimo spazio nei luoghi della politica, della cultura e dell’informazione, al dibattito sul grado di sconvenienza della partecipazione dello scomodissimo ospite. E via di giovanardismi (dispensati con il consueto pudore) e nostalgie democristiane (come se il punto in discussione non fosse un convegno ma il rispetto della città per le vittime degli anni di piombo). E ancora via, con i tosti distinguo del Sindaco: “venga, ma non faccia cenno al suo passato politico” (quando è noto che Curcio la considera una precondizione per partecipare a qualsiasi iniziativa). E alla fine il lavoro sporco, che è toccato, come si conviene, al Presidente della regione Bonaccini: l’azione violenta, la censura.

Ma davvero la comunità di Modena non prova per questo un pò di imbarazzo?
Ma davvero l’incapacità di fare i conti con la nostra storia, quando anche così controversa e dolorosa, ci costringe all’esercizio della repressione della libertà di parola?
Ma davvero il rispetto delle vittime degli anni di piombo si misura nella retorica della dissociazione che assolve e non nella ricerca socio-politica di una fase della storia recente del nostro Paese?

Fuori dai ragionamenti sul fatto che Curcio ha pagato il suo debito con la giustizia con 28 anni di carcere, la nostra idea sulla questione è la stessa che ci accompagna nella ricerca politica della verità: soltanto nella consapevolezza e nella conoscenza sta l’opportunità di cercare la libertà e restare umani. Questa opportunità, oggi, ai modenesi viene negata.

La segreteria provinciale di Rifondazione Comunista Modena

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