Elettrondata: non si licenziano i delegati sindacali

11 Febbraio 2016 by

Comunicato stampa sul licenziamento di un delegato sindacale Fiom Cgil alla Elettrodata di Solignano di Castelvetro
PRC, NON SI LICENZIANO I DELEGATI SINDACALI: SOLIDARIETÁ AI LAVORATORI DELLA ELETTRONDATA

Nella mattinata di oggi 200 delegate e delegati della FIOM Cgil di Modena si sono riuniti davanti ai cancelli della Elettrondata di Solignano di Castelvetro per una riunione straordinaria del direttivo provinciale Fiom che aveva al centro l’ennesimo licenziamento di un delegato sindacale.

All’Elettrodata hanno infatti pensato di affrontare la crisi aziendale non con il confronto, ma con la normativa sui licenziamenti economici previsti dalla Legge Fornero e con il licenziamento del delegato Fiom Leonardo Fennino alla chiusura della trattativa sindacale. E questo nonostante fosse possibile utilizzare forme di ammortizzatori sociali in alternativa ai licenziamenti.

Ai dipendenti della Elettrondata e al delegato sindacale licenziato va tutta la solidarietà di Rifondazione Comunista.

Dietro a questa vicenda c’è però un dato politico che non si può sottovalutare: in Emilia Romagna sono tornati i licenziamenti per rappresaglia sindacale al fine di intimorire i lavoratori e rendere chiaro che se non sei d’accordo con il padrone sei licenziato. Dall’inizio dell’anno sono già quattro i licenziamenti discriminatori (due dei quali già reintegrati dal giudice) in Regione a danno di delegati sindacali, che vengono licenziati durante le trattative sindacali o semplicemente per le idee che esprimono al di fuori del posto di lavoro.

Se tutto questo è potuto accadere è perché il clima nelle fabbriche è cambiato, e oggi le aziende intendono prendersi tutta la discrezionalità nei rapporti di lavoro che la attuale legislazione gli consente. In sostanza il governo ha dato alle imprese la possibilità di togliersi di torno i sindacalisti scomodi, e questa possibilità le imprese se la prendono traducendo in atti concreti la politica antisindacale del governo.

Quando difendevamo lo Statuto dei Lavoratori e l’articolo 18 pensavamo proprio a queste situazioni, in cui il lavoratore si trova solo e senza tutele davanti al potere dell’azienda e a imprese che pensano che i diritti civili di un lavoratore si fermino davanti ai cancelli delle fabbriche. Come è evidente, contrariamente a quanto Renzi e Marchionne affermavano, le tutele dell’art.18 non erano certo un ostacolo alle assunzioni, e la sua eliminazione è servita non a creare nuovi posti di lavoro ma a rendere più ricattabile e indifeso il lavoratore.

Stefano Lugli – Segretario regionale PRC Emilia Romagna
Judith Pinnock – Segretaria PRC Federazione di Modena

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