L’Autostrada Cispadana supera la VIA, ma l’opposizione continua
La pubblicazione del decreto di compatibilità ambientale dell’Autostrada Cispadana non cambia la totale contrarietà di Rifondazione Comunista a questa ennesima grande opera inutile e impattante. La bassa modenese e l’alto ferrarese non hanno bisogno di un’arteria chiusa che spezza in due un territorio fatto di piccole aree urbane, ma avrebbero bisogno di una strada a scorrimento veloce connessa con i centri storici e industriali.
La cispadana urbana, per altro, costerebbe meno della metà rispetto al 1miliardo e 308 milioni dell’autostrada, di cui ancora mancano i finanziatori privati, e a cui occorre aggiungere altri 350milioni di € per le opere complementari ritenute indispensabili dai sindaci per adeguare la viabilità locale all’autostrada.
Ribadiamo con forza che l’Autostrada Cispadana non serve a questo territorio. Sappiamo bene che il vero obiettivo della Regione non è migliorare la viabilità delle zone colpite dal sisma, bensì realizzare una grande rete autostradale per collegare con una striscia d’asfalto il Tirreno con l’Adriatico attraverso Ti.Bre., Cispadana, Ferrara-Mare e il tratto autostradale della Romea da Porto Garibaldi a Ravenna. I territori attraversati dall’Autostrada Cispadana vengono dunque sacrificati per questa folle idea di una mobilità centrata sull’asfalto, che risulta superata e insostenibile dal punto di vista economico e ambientale.
L’iter progettuale è ancora lungo, i soldi dei privati non ci sono, e Rifondazione Comunista continuerà a battersi assieme a comitati e cittadini per fermare una scelta sbagliata sotto tutti i punti di vista.
Stefano Lugli
Segretario regionale Rifondazione Comunista Emilia Romagna