Punti nascita, Governo e Regione sono sicuri che la chiusura sia la strada giusta?

30 Ottobre 2017 by

Registriamo con tristezza e preoccupazione il primo caso di complicanze gestazionali che avviene dopo la chiusura del punto nascita di Pavullo. Una giovane madre di Pavullo è stata ricoverata d’urgenza a Sassuolo a causa del distacco della placenta. Nonostante il cesareo eseguito il neonato è morto, e a lei e alla sua famiglia vanno le nostre condoglianze e il nostro abbraccio in questo momento di dolore.

Leggiamo, nel comunicato dell’Ospedale di Sassuolo che “la tempestività dell’intervento del 118 e la presenza dell’équipe specialistica dell’Ospedale di Sassuolo hanno consentito di poter mettere in atto tutte le più idonee procedure per salvaguardare le condizioni cliniche della mamma, da cui dipendono quelle fetali, nei tempi e nel luogo più idoneo per l’assistenza di entrambi.” L’Ospedale aggiunge che l’accaduto “conferma quanto, nonostante le tante semplificazioni o peggio strumentalizzazioni su questo tema, sia determinante offrire l’assistenza adeguata e in centri qualificati a donne e neonati nei rarissimi ma drammatici eventi che possono verificarsi anche in gravidanze fisiologiche”.

Ci chiediamo come si possa escludere con tanta sicurezza che la permanenza in attività del punto nascita di Pavullo e, semmai, il suo rafforzamento, non avrebbe potuto condurre ad un diverso esito.

Di fronte a casi come questo, dovrebbe essere un preciso dovere del Governo e della Regione procedere alla rivalutazione delle scelte effettuate, per essere assolutamente certi che si stia procedendo nella garanzia di assicurare buona salute a tutte e tutti, escludendo ogni logica privatistica e di profitto.

La segreteria provinciale

 

Leggi anche il nostro comunicato del 9 ottobre 2017: No alla chiusura del punto nascita di Pavullo e alla guerra tra poveri in sanità

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