La Befana Comunista porta il carbone al M5S

5 Gennaio 2019 by

La Befana di Rifondazione Comunista, accompagnata dal segretario regionale Stefano Lugli, ha portato al gruppo consiliare del M5S presso il municipio di Modena il carbone con destinazione il vice premier Luigi Di Maio per aver tradito gran parte delle promesse elettorali e delle aspettative dei cittadini. Nel voto al M5S si sono riversate le aspettative di milioni di cittadini che volevano mandare a casa i partiti dell’austerità, delle grandi opere, del jobs act e della Fornero, ma il cambiamento, quello vero, non è arrivato.

Con questo atto simbolico vogliamo manifestare la contrarietà di Rifondazione Comunista alle politiche giallo-verdi, a partire dalle disumane politiche per l’immigrazione che, oltre alla vergogna dei porti chiusi ai migranti salvati nel Mediterraneo, puntano con il decreto (in)sicurezza a fomentare allarme sociale buttando in strada da un giorno all’altro centinaia di persone senza documenti e senza la possibilità di lavorare spingendole verso la marginalità.

Contestiamo radicalmente anche la manovra economica, che contiene una cambiale da 52 miliardi di clausole di salvaguardia (nuove tasse o tagli di spesa di pari importo) che dovranno essere trovati per non far aumentare l’IVA nel 2020 e nel 2021. Per non parlare dei 19 miliardi tra dismissioni e privatizzazioni che il governo si è impegnato a realizzare nel solo 2019. Una zavorra pesantissima destinata ad essere pagata ancora una volta dalla parte più debole di un paese che vedrà esplodere le disuguaglianze se dovesse essere realizzata la flat tax. Questa è l’unica certezza di una manovra elettorale pensata solo per portare M5S e Lega alle prossime elezioni europee con quota 100 e reddito di cittadinanza da rivendicare in campagna elettorale e di cui ancora non si conoscono platea, entità e durata.

Quota 100 è certamente meglio della legge Fornero, ma non corrisponde alla sua eliminazione, penalizza chi ha carriere lavorative discontinue, prevalentemente donne e precari, e la pesante decurtazione dell’assegno pensionistico ridurrà di molto la platea di coloro che usciranno anticipatamente dal lavoro.

Il reddito di cittadinanza si configura come una misura per obbligare ad accettare qualsiasi lavoro, e se davvero i soldi del reddito saranno destinati alle imprese che assumono avremo il risultato che lo stato pagherà i salari dei lavoratori al posto di chi con quel lavoro fa utili e profitti!

L’analisi costi-benefici si sta sempre più configurando come una pantomima per non mettere in discussione le grandi opere inutili di questo paese. E così coloro che una volta al governo dovevano fermare in 15 giorni il gasdotto TAP in Puglia e il terzo valico in Liguria, sono diventati quelli che hanno fatto scattare il semaforo verde alle opere. E siamo ancora in attesa dell’esito dell’analisi sul TAV, ma possiamo scommettere che anche per quella grande opera assisteremo ad un dietro front.

Continuano tagli a welfare e scuola, dalla promessa dello sblocco del turnover si è passati al proseguimento del blocco delle assunzioni nella Pubblica amministrazione e non c’è traccia di tagli alla spesa militare, anzi adesso il M5S ritiene gli F35 una tecnologia irrinunciabile.

La nostra opposizione è alternativa a quella di chi, come il Pd ha portato il paese in questa situazione e continua a rivendicare quelle politiche di austerità che si sono tradotte nell’approvazione della sciagurata legge Fornero, e nel continuo peggioramento della situazione di chi ha di meno. È un’opposizione che lotta perché si prendano i soldi a chi ce l’ha e si persegua una vera svolta nel segno dei diritti del lavoro e di un reale contrasto alle disuguaglianze.

 

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