Cispadana: aggirano il mercato e l’Europa

23 Dicembre 2013 by

Fallito il tentativo di aggirare le norme europee sul libero mercato ed evitare la gara europea per la gestione della A22 e garantire ad Autobrennero il business della realizzazione dell’autostrada Cispadana e della bretella Campogalliano-Sassuolo.

Nel mese di dicembre 2013 i sostenitori politici dell’autostrada cispadana, in primis il Pd, hanno portato avanti ogni forma di pressione sul Governo affinché fosse approvato un emendamento alla legge di stabilità per l’unificazione di più concessioni autostradali interconnesse con l’estensione di tutte le relative scadenze concessorie a quella più lunga. Questo per aggirare le norme europee sul libero mercato ed evitare la gara europea per il rinnovo della concessione di gestione della A22 – la cui scadenza è fissata nel mese di aprile 2014 – e quindi garantire ad Autobrennero il business della realizzazione dell’autostrada Cispadana e della bretella Campogalliano-Sassuolo.
Questo tentativo, palesemente illegittimo, non è andato a buon fine, e dimostra da un lato la fondatezza delle ragioni di chi si oppone all’autostrada, e dall’altro l’incapacità politica e amministrativa di chi ci governa.

In questa pagina la rassegna stampa e la nota del Coordinamento cispadano NO Autostrada.

Assurdo insistere su questa Cispadana – 20/12/2013
A22. Il Governo dice no, Autobrennero spiazzata – 18/12/2013
A22. Vogliono aggirare le norme europee – 8/12/2013
Il Pd prepara il blitz alla Camera per salvare la A22 – 7/12/2013
Senza la A22 saltano Cispadana e Bretella – 6/12/2013
Brennero, Piacenza e Salerno: 3 autostrade in cerca d’autore – 30/06/2013

Coordinamento Cispadano NO Autostrada
ASSURDO INSISTERE SU QUESTA CISPADANA
Le dichiarazioni del Presidente della Provincia di Modena Sabattini e del Senatore Stefano Vaccari in merito al ritiro dell’emendamento alla Legge di Stabilità in discussione alla Camera sull’accorpamento delle concessioni autostradali è il chiaro sintomo dell’estremo imbarazzo di un’intera classe dirigente, e non solo politica, che è costretta a prendere atto del fallimento di un modo di procedere su temi importanti come il sistema trasportistico.
Tentare di mettere in atto un vero e proprio raggiro delle più elementari regole del libero mercato e della concorrenza con il rischio concreto di uno scontro a livello europeo è la prova di uno stato di confusione operativa, quasi di disperazione, dovuta alla evidente impossibilità di raggiungere gli obbiettivi prefissati, complice anche la indisponibilità del sistema finanziario che ha recentemente rifiutato la richiesta di investimenti da parte di Autobrennero e della stessa Regione.
Le motivazione è sostanzialmente una: la evidente impossibilità del rientro dei capitali investiti con una ragionevole sicurezza.
Ancora una volta il gruppo dirigente regionale non ha colto l’esigenza di cambiamento dell’assurda, quanto inopportuna, strategia trasportistica che punta ancora sulla gomma invece che sul ferro come da anni indica la Comunità europea nei propri piani per i prossimi decenni.
Ancora una volta si vengono prospettati miracolosi effetti (mai dimostrati) sul sistema produttivo emiliano a seguito della realizzazione di una rete autostradale.
Ancora una volta vengono dette bugie o mezze verità sulla concessione riguardante la A22 e tutto quello ad essa collegata. In questo modo i cittadini non hanno la possibilità di giudicare quali saranno le effettive ricadute sul territorio dal punto di vista economico e ambientale.
Il continuare, da parte del gruppo dirigente, ad insistere sulla (auto)strada intrapresa preclude in modo irreparabile la possibilità di attuare interventi realmente efficaci per risollevare oggi e nei decenni futuri l’economia del territorio. Una economia che per essere

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