Sui 550 alloggi a Vaciglio-Morane hanno ragione i cittadini di Modena

4 Ottobre 2017 by

In questi giorni nei quali è in via di approvazione la nuova Legge regionale urbanistica e il Piano Urbanistico di Modena dovrebbe vedere la luce, un folto gruppo di modenesi è uscito di casa per dire che vogliono una città con meno cemento, più verde e una migliore qualità della vita.

Per noi che facciamo della partecipazione un valore è un bel segnale, e chiediamo ai modenesi di andare fino in fondo per fermare scelte presentate come innocue ma che si scoprono per quello che sono solo a un passo dalla loro realizzazione.
Il dibattito sulla realizzazione di 550 alloggi nell’area Morane-Vaciglio sembra nuovo, ma in realtà appartiene alla storia recente di Modena, alle scelte urbanistiche compiute dalla Giunta Pighi, con la figura principale dell’assessore Sitta, e alla line di continuità politica con la giunta Muzzarelli. Scelte che prevedevano enormi previsioni di espansione demografica per la nostra città rivelatesi infondate e utili solo a garantire nuove cementificazioni e speculazione edilizia in una città con 17mila alloggi sfitti.

L’edificazione dell’area Vaciglio-Morane, assieme ad altre zone che nel futuro saranno edificate, sono figlie di quella politica che ieri ha assunto scelte che producono diritti edificatori con un importante valore legale ed economico, (300 euro a testa per annullarle), che oggi vengono rinfacciati a coloro che chiedono all’Amministrazione di rivedere le decisioni assunte.

Una politica seria, invece, è quella che assume scelte così importante in modo pubblico e partecipato e non pone i cittadini di fronte ad un ricatto. Questo modo di fare, se possibile, sarà ulteriormente aggravato in caso di approvazione della nuova legge urbanistica regionale, che prevede che le decisioni urbanistiche siano assunte a trattativa privata tra giunta e tecnici, e decisioni strategiche per il futuro della città saranno in mano ad un numero ancora più limitato di persone. Significa che di “Vaciglio” in futuro ne avremo tante, se la legge regionale urbanistica non sarà modificata.

Insieme ai cittadini che si stanno mobilitando chiediamo che il futuro della nostra città non sia lasciato in mano a costruttori e politici miopi. A Muzzarelli diciamo che così non va. Diciamo che le scelte urbanistiche non sono affare privato, ma riguardano ciascuno di noi: perchè incidono sui prezzi delle case e degli affitti, sulla qualità e quantità del verde pubblico, sulla qualità e sulla quantità di lavoro che si trova a Modena, sulla viabilità; in sostanza sul benessere dei cittadini. Chiediamo al sindaco di Modena di affermare concretamente il principio secondo cui il consumo di suolo va fermato, e che può avvenire non per tutelare le rendite di privati ma solo all’interno di una attenta valutazione di sostenibilità e di tutela degli interessi della collettività. Perché il territorio è un bene comune da preservare.

Paula Nolff
Segretaria circolo “Gramsci” di Modena

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