Il saluto al congresso della CGIL

26 Ottobre 2018 by

Giovanni Sonego, della segreteria provinciale di Modena, porta i saluti di Rifondazione Comunista al 18° congresso provinciale della Cgil di Modena.

Di seguito potete leggere il testo del suo intervento tenuto il 25 ottobre 2018 al Forum Monzani di Modena.

 

Grazie per l’invito,
siamo orgogliosi di portare il saluto di Rifondazione Comunista al congresso della CGIL, che è e resta la più grande organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, del cui contributo c’è necessità a maggior ragione in una fase storica in cui i corpi intermedi, a cominciare dai partiti, sono sempre più deboli, lasciando cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori da soli di fronte al neoliberismo. La drammatica crisi economica e sociale, conseguenza di politiche neoliberiste e gravemente acuita dalle scelte dell’Unione Europea, rende urgente lo sviluppo di un movimento determinato contro le politiche di austerità, nel paese e in Europa, che individui uno sbocco a sinistra, che contrasti con forza quanto intrapreso dal governo Lega-M5S.

Le politiche perseguite in questi anni, dal governo Monti fino al governo Gentiloni, in attuazione dei diktat europei, hanno prodotto un drammatico impoverimento del paese e la crescita esponenziale della disoccupazione, ma – nonostante le promesse – le previsioni contenute nel DEF (Documento di Economia e Finanza) non rispondono a questi bisogni:

  1. non c’è nessuna patrimoniale sulle grandi ricchezze, anzi si prevede un nuovo condono.
  2. invece di aumentare le aliquote per  redditi più alti, si vuole introdurre l’aberrante flat tax
  3. anche se quota 100 è un miglioramento, la legge Fornero non viene abolita come promesso e non viene data alcuna soluzione ai giovani, ai lavoratori precari, alle donne
  4. si prevedono ulteriori tagli e privatizzazioni
  5. nessun piano per creare occupazione

Lo scontro con l’Europa va bene se serve per sostenere i poveri, non certo per fare la flat tax o una lieve modifica della Fornero che penalizza, ancora una volta, soprattutto le donne, che non riescono quasi mai ad arrivare a 38 anni di contributi. È dunque decisivo che si sviluppi un movimento contro l’austerità e contro il governo, per un’alternativa alle politiche neoliberiste.

Rifondazione comunista sente di essere dalla stessa parte della barricata con CGIL nelle lotte che si dovranno sviluppare o rafforzare; tanto volte abbiamo condiviso iniziative e campagne, come nel caso del sostegno che convintamente abbiamo dato alla raccolta firme per la legge di iniziativa popolare per la Carta dei diritti universali promossa appunto da CGIL. Le scelte di Rifondazione di tutti questi anni sul tema del lavoro sono del tutto sovrapponibili alle proposte che la CGIL avanza col suo congresso. Noi, come la CGIL, chiediamo il recupero dei diritti persi e il loro allargamento e siamo sempre stato l’unico partito ad essere stato presente a tutti gli scioperi, anche all’ultimo sciopero provinciale fatto qua a Modena un paio di mesi fa.

Il tema della sicurezza sul lavoro deve avere la priorità assoluta. Non si può continuare a morire per vivere!

Le denunce d’infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi sette mesi di quest’anno sono state 587. Dall’analisi per classi di età emerge come una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, per i quali si è registrato un incremento tra i due periodi di 44 casi (da 247 a 291, il 18%)”  (dati Inail 29 agosto 2018)

Di pari importanza resta la lotta alla precarietà. Figlia di un capitalismo becero, ma con le gambe cortissime, la precarietà non produce ricchezza, ma allarga il divario tra le classi, sfrutta lavoratori e lavoratrici, e impedisce loro di inseguire il sogno di una vita migliore, limita l’orizzonte e toglie il futuro alle persone. Facciamo nostro lo slogan di una campagna dell’Unione Donne in Italia: la precarietà rende sterili, e se sterili sono le donne, sterile è tutto il paese.

Questo deve essere il nostro tema comune, certo non l’immagine della donna italica fattrice che qualcuno vorrebbe riesumare dal passato. Il M5S diceva no al jobs act, sì all’art.18 ma ha fatto un decreto “dignità” che reintroduce i voucher e non smonta la quarantina di forme contrattuali diverse e tutte precarie oggi esistenti. È necessario rafforzare ulteriormente la nostra lotta comune contro altre forme di precariato e sfruttamento mascherate, a partire dalle partite IVA che sempre più spesso sostituiscono in realtà lavoro dipendente, spostando il rischio di impresa dal datore di lavoro alla classe lavoratrice.

Sul nostro territorio dobbiamo continuare a presidiare la lotta alla mafia, una delle cui facce è quella che va a corrompere i rapporti di forza nel mondo del lavoro, alimentando sfruttamento e discriminazioni, e che utilizza gli squilibri di potere a proprio vantaggio.

L’altro tema caldo a Modena riguarda l’accoglienza e l’integrazione di chi viene da altri paesi. Contiamo di trovarci ancora dalla stessa parte nel contrastare l’apertura del CPR e gli effetti del decreto sicurezza, che probabilmente smantelleranno l’esperienza di accoglienza diffusa presente sul territorio a favore di un modello di segregazione e controllo.

Per concludere, siamo qui a portare con il nostro saluto la garanzia che noi di Rifondazione continueremo con l’implacabile coerenza che ci contraddistingue da 27 anni, ad essere dalla stessa parte della CGIL, fianco a fianco, in battaglie sempre sovrapponibili a difesa di lavoratori e lavoratrici.

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