Autostrada Cispadana: perchè dire di no?

1 Luglio 2011 by

Ci sono ragioni sanitarie, ambientali, logistiche ed economiche per dire di NO ALL’AUTOSTRADA CISPADANA in qualsiasi tracciato.

Ragioni sanitarie: nella bassa modenese si muore di più che nel resto della provincia per tumori e malattie al sistema cardiocircolatorio, e uno dei principali fattori patologici è l’inquinamento atmosferico (fonte: archivio provinciale di mortalità AUSL Modena). Vi pare il posto migliore per farci passare anche un’autostrada? A noi non pare proprio!

Ragioni ambientali: il territorio sarà spezzato in due da una striscia d’asfalto che ne modificherà irrimediabilmente il paesaggio e Massa Finalese sarà devastata da cave di argilla estese per una superficie pari a 300 campi da calcio scavati per 6 metri di profondità. L’inquinamento da traffico autostradale si sommerà a quello attuale rendendo il nostro territorio invivibile.

Ragioni logistiche: l’Autostrada Cispadana non risponde alle esigenze di mobilità locale e collegandosi al territorio solo in corrispondenza dei caselli sconvolgerà radicalmente la viabilità esistente. L’Autostrada Cispadana sarà di fatto la sgronda del traffico, in particolare delle merci, dell’A1 e della A22, e i volumi di traffico che transiteranno sono aggiuntivi e non sostitutivi degli attuali. Il vero obiettivo della Regione non è snellire il traffico dei territori attraversati dall’autostrada, bensì realizzare una grande rete autostradale per collegare con una striscia d’asfalto il Tirreno con l’Adriatico attraverso Ti.Bre., Cispadana, Ferrara-Mare e attraverso la trasformazione in autostrada del tratto della Romea da Porto Garibaldi a Ravenna.

Ragioni economiche: la scelta autostradale è incoerente con gli obiettivi della comunità europea di spostare traffico dalla gomma al ferro perché vincola per sempre persone e merci a muoversi su auto e camion quando il traffico su gomma sarà sempre più costoso. L’Autostrada, inoltre, distruggerà irrimediabilmente i terreni agricoli più pregiati della regione.

Cosa chiediamo: vogliamo la strada Cispadana urbana che permetta il collegamento delle aree industriali senza attraversare i centri abitati; come già avviene per la transpolesana o per il tratto di Cispadana urbana nel versante reggiano e ferrarese.

E se facessimo la Cispadana ferrata? Nel momento in cui si fa una “grande opera” perché i nostri amministratori non hanno pensato ad una ferrovia? Esiste già la linea ferroviaria che da Parma via Suzzara, Poggio Rusco arriva a Ferrara e Ravenna, connettendosi anche con la Bologna-Brennero. Questa scelta permetterebbe di risparmiare enormi risorse, ridurre l’impatto ambientale e rendere la bassa modenese un asse strategico per il trasporto merci su rotaia.

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