Giù le mani dalle azioni Hera

4 Dicembre 2014 by

Muzzarelli tieni giù le mani dalle azioni Hera. È questo l’appello che il comitato modenese de L’Altra Emilia-Romagna lancia al sindaco Muzzarelli che, come il suo collega di Bologna Merola, è pronto a vendere le azioni Hera in capo al Comune per fare cassa e ripianare così i pesanti tagli al bilancio del Comune a seguito della finanziaria del premier Renzi. Peccato che le azioni Hera non siano di proprietà di Muzzarelli e che il referendum sui beni comuni del 2011 abbia detto chiaramente che i servizi pubblici essenziali, a partire dal servizio idrico e dal ciclo dei rifiuti, devono essere gestiti dal pubblico e senza scopo di lucro.

La vendita delle azioni Hera è la diretta conseguenza degli effetti perversi della legge di stabilità – spiegano dal Comitato Tsipras – che dispone che i proventi dalle vendite delle quote azionarie delle società potranno essere utilizzati dai Comuni al di fuori dei vincoli del patto di stabilità. I Sindaci, strangolati dai tagli ai servizi da parte dello Stato, hanno quindi come unica strada per fare cassa la vendita ai privati dei propri pacchetti azionari. Si inaugura così una nuova stagione di privatizzazioni che significa ulteriori incrementi tariffari, peggioramento della qualità del servizio, calo dell’occupazione e diminuzione degli investimenti.

Ma la vendita delle azioni Hera porta con se un’ulteriore grave conseguenza – denuncia il Comitato modenese – ovvero che il Comune scende sotto la quota del 51% di proprietà pubblica, soglia ritenuta dagli stessi che oggi sono pronti a superarla come invalicabile e garanzia del controllo pubblico dei servizi. Inoltre, la continua vendita di azioni Hera rende sempre più irrealizzabile il dettato referendario perché la diretta conseguenza è che la ripubblicizzazione diventa sempre più onerosa.

L’altra Emilia Romagna è quindi contraria ad ogni ipotesi di cessione di azioni Hera, e anzi chiede al sindaco da un lato di opporsi alla finanziaria di Renzi e, dall’altro di avviare un processo che porti alla ripubblicizzazione del servizio idrico e del ciclo dei rifiuti, nell’interesse dei cittadini e nel rispetto dell’esito referendario.

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